Maria Pia Barraco su L’amore impossibile e le donne
Non è morto l’amore possibile.
Non è morto l’amore impossibile.
Quale sia la natura umana, da cui discendono i modelli familiari, l’educazione, le relazioni sociali, la direzione della vita, a ciascuno è offerta la possibilità di dare un senso all’amore, all’incontro che ha sempre a che fare con la natura più intima della nostra essenza.
La sensibilità dell’autrice, dott.ssa Carla Stroppa, invita a leggere con lo sguardo poetico e con la percezione che incanta la vita nella sua realtà e negli abissi più profondi e reconditi del mistero segreto dell’amore.
Quali drammi si consumano negli amori tormentati dall’impossibilità di esser-ci “senza fine” ed oltre il trascendente?
Quali abusi psicologici, all’interno delle mura domestiche, consumano il cappio degli incontri segreti nelle stanze degli alberghi che tanto ricordano le camere, i motel e gli ambienti di Edward Hopper?!
Di cosa l’Anima è privata negli amori/amari ed impossibili? E quale percorso e’ necessario per risalire la china, a partire dalla perdita di un vuoto – assente ma ossessivo nello schema di un’ immagine, che non è desiderio dell’altro ma lo stampo di un’idea incompiuta, di un ideale mitico e irraggiungibile? Lo specchio, come ha detto Bachelard , scrive la psicoanalista Carla Stroppa, è l’ occasione per “ un’ immaginazione aperta”.
Negli amori impossibili si mettono in scena una molteplicità di maschere con i loro personaggi che recitano copie di copioni sul palcoscenico del teatro della vita. E quante immagini, sfumate e opache, riflettono gli specchi indefiniti dell’esistenza? E quale peso hanno le corazze che chiudono le porte e i portali degli addii del cuore?
Qual è l’incastro dei personaggi che prigionieri dell’amore impossibile si avvicinano e si allontanano, si sognano e si rimuovono, si confortano e si deludono, si uniscono e si separano? Insomma, amanti che rimangono incastrati nella dicotomia di un fuoco che distrugge ma non trasforma, di un ‘acqua che bagna ma non disseta, di un’aria che ghiaccia e congela.
Ed entrambi, amante/amato rimangono vittime e carnefici di se stessi , delle sovrastrutture costruite piano dopo piano, crisi dopo crisi , bisogno dopo bisogno, su una scala i cui pioli sono talmente fragili da non poterli ne’ scendere ne’ salire.
E qui vengono in soccorso le parole della dott.ssa Stroppa che, a pagina 97, invita a un percorso di introspezione “ senza delegare all’ideologia sociale […], all’ideologia bella e pronta che semplifica, banalizza, salta ogni dubbio, ogni interrogativo sull’oscurità delle ferite dell’anima individuale e sui propri limiti oggettivi”.
Si insinua, nella vita degli amanti, il dolore della quotidianità che trascina l’esistenza di se’ nella relazione con l’altro/a , come le chiome dei salici piangenti: cadenti e proiettati verso il basso. Ma è proprio quel ramo di salice che, come aiuto’ Cristo ad alzarsi sul Golgota , così aiuta gli amanti a sollevarsi dalle pene d’amore, dai tormenti delle sofferenze innervate di attese, di vuoti, di strade senza ponti, di vicoli ciechi, di aridi deserti.
Il libro è ben articolato nell’ alternanza dell’esperienza clinica e del pensiero analogico insieme alla letteratura e alla psicoanalisi. Consigliatissimo agli impossibili, ai fantasmi, alle ombre e a tutti coloro che si dichiarano “innamorati”.
Grazie, dott.ssa Carla Stroppa.